"E allora a sostituire il riparo della casa non saranno soltanto i nostri singoli nomi, ma la nostra consapevole presenza collettiva nella storia, e vivremo di nuovo al centro del reale. Malgrado tutto, riesco a immaginarlo."
John Berger
333 km
Esercizi Sull’Abitare #2
Dopo 16,9 Km percorsi nella prima tappa ospitata al Romaeuropa Festival 2019, siamo tornati nel 2020 a immaginare nuovi percorsi, nuovi viaggi per raccontare dove ci si sente a casa e dov’è casa fuori dalla casa. In questo nuovo viaggio inevitabilmente ci siamo scontrati con la pandemia e il lockdown che sono entrati nelle trame del progetto e della sua narrazione.
Partendo da Roma e dall’incontro con il Centro Giovani e Scuola d’Arte MateMù nella zona di Piazza Vittorio, passando per Ostia – dalle ragazze e i ragazzi del laboratorio Ritratti di un territorio – l’attenzione della ricerca si è concentrata nei paesaggi fuori dalla città grazie alla collaborazione di ATCL Lazio, nello specifico nei Comuni del Lazio di Maenza, Castrocielo e Alvito e nella natura che li circonda. La ricerca si è nutrita ed è cresciuta grazie all’incontro con gli abitanti e con alcune strutture culturali del territorio (CastellinAria Festival di Teatro Pop, Eko Orchestra di Castrocielo e il Festival Radure: Spazi culturali lungo la Via Francigena del Sud). In ciascun luogo ospitante, su un piano d’indagine specifico attorno alla comunità incontrata e alle dimensioni aperte dalle parole casa, abitare, mappa, cura, crepa, comunità, convivenza, si è costruita una mappa fatta di persone-case, una geografia umana dell’abitare nata a partire dalle risposte degli abitanti incontrati, cercando “il luogo comune” – il minimo comune denominatore – a partire non solo dalle differenze, ma dalle emozioni in comune. Una geografia “interiore” che si è costruita nell’incontro.
Un progetto di e con Tamara Bartolini, Michele Baronio
drammaturgia Tamara Bartolini
paesaggio sonoro e canzoni Michele Baronio, Sebastiano Forte
luce Gianni Staropoli
video, sculture e grafica Raffaele Fiorella
suono Michele Boreggi
supervisione alla scena e ai costumi Marta Montevecchi
identità visiva Margherita Masè
editing interviste Livia de Paoli
produzione Bartolini/Baronio e 369gradi
in collaborazione con
Romaeuropa Festival, Teatro di Roma, ATCL per le residenze nei Comuni di Alvito e Castrocielo e di Maenza nell’ambito del “Festival Radure: Spazi culturali lungo la Via Francigena del Sud”
con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo e Carrozzerie n.o.t
con la partecipazione dei progetti
MaTeMu Spazio giovani scuola d’arte del CIES | CastellinAria Festival di Teatro Pop | Eko Orchestra di Castrocielo | “Ritratti di un territorio” Teatro del Lido di Ostia
Foto di scena Cosimo Trimboli, Piero Tauro
Le tappe di 333 km
Esercizi Sull’Abitare #2
Castrocielo
Prima tappa
Eko Orchestra di Castrocielo
Alvito
Seconda tappa
CastellinAria Festival di Teatro Pop
Maenza
Terza tappa
Festival Radure: Spazi culturali lungo la Via Francigena del Sud
Romaeuropa Festival 2020
Tappa finale
La Pelanda – Roma

333 km Romaeuropa Festival 2020
Lo spettacolo 333Km è il racconto e la condivisone di questo viaggio, il gesto artistico e la traduzione scenica che ha avuto luogo tra le pareti del Mattatoio all’interno del Romaeuropa Festival 2020. Sulla scena hanno trovato dimora le voci dei cittadini incontrati che hanno dato vita a nuove narrazioni del loro abitare, dei loro oggetti spostati e reinterpretati. L’incontro e la “cura delle relazioni” diventano drammaturgia, appunti, canzoni, parole, storie in cui si mescolano voci, suoni, odori, immagini fino a tessere il pensiero artistico e drammaturgico dello spettacolo assieme alle canzoni e alle suggestioni di libri letti durante il viaggio.
La scena, pensata come “un giorno bianco” da cui ripartire, uno spazio bianco dentro il quale provare a tracciare i segni di un dialogo continuo tra dentro e fuori, tra pubblico e privato, celebra l’incontro dopo l’isolamento, cerca la luce nella crepa attraverso una narrazione che si articola su diversi piani e linguaggi, dalle luci, alla musica, dal video alle sculture, dalle voci degli abitanti, alle nostre biografie abitate dagli incontri fatti, dai luoghi reali e immaginari. I posti vuoti a causa del contingentamento sono stati riempiti da 120 piantine aromatiche – simbolo della natura incontrata durante il viaggio, ma anche degli esercizi di cura da coltivare – che dopo lo spettacolo sono state piantate a Ostia insieme agli adolescenti del territorio.
Gli esercizi di questa seconda tappa, scanditi dalla drammaturgia, sono in forma di paesaggi scoperti, apparsi e trattenuti nel viaggio, riflessi della complessità e della ricchezza di questo momento storico – delle sue ferite e delle sue speranze – che aprono domande necessarie sul senso delle nostre esistenze e sulle possibilità di una convivenza umana solidale, su quei legami intimi capaci di costruire ampie geografie dentro quelle amate mappe che – con le parole di Wislawa Szymborska – dicono bugie perché sbarrano il passo a verità aggressive, perché con indulgenza e buonumore sul tavolo mi dispiegano un mondo che non è di questo mondo.
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