#1 Casa è un frigorifero pieno di calamite

Mag 12, 2022

Autore: Rebacce
Categoria: Community | Parole

Domani viene rifatto il pavimento in cucina e quindi stamattina abbiamo dovuto svuotarla di tutto ciò che  toccasse terra. Abbiamo portato via le sedie, il tappetino di spugna, i secchi della spazzatura, il forno, la ciotola del gatto, gli sgabelli pieghevoli, il mio umore, le damigiane, dodici confezioni di passata di pomodoro, l’asse del ferro da stiro, i croccantini del cane, un sacco di patate, un mobiletto dove mettiamo tutte quelle cose che non hanno un posto preciso e vengono poggiate lì in attesa di una collocazione specifica, come: le tovagliette di plastica blu, un mattarello, tre imbuti, la bilancia rotta che però era un regalo e a mamma dispiace buttarla, svariati poggia pentole, un pela patate che non pela, due libri di ricette, scottex, salviette umide, tovaglioli colorati.

È poi arrivato il turno del frigorifero: un elettrodomestico grosso, pesante, e non è che lo puoi spostare così come se niente fosse, si deve procedere per gradi. Per prima cosa si tirano fuori tutti gli alimenti che si trovano al suo interno, dalle uova alla zuppa del giorno prima, e no, il latte dice mamma che anche se è scaduto non si butta perché  è ancora buono – credo che mia madre abbia un problema con il lasciare andare il passato-
Dopo gli interni si passa agli esterni: le calamite. Il frigo di casa nostra negli anni ne ha accumulato un quantità significativa, quasi un monumento tributario ai negozi di souvenir di tutto il mondo. Calamite di ogni forma e colore, di plastica, di coccio, con scritte, disegni, glitter, foto, fiori, case, libri, autoviaggifoglidigiornale.
Inizio a metterle una ad una in un cestino, molte le ho comprate io, riconosco i posti, riconosco il criterio con cui ne ho scelta una piuttosto che un’altra. Altre comprate da miei fratelli, spesso siamo stati nelle stesse città, in momenti diversi, e le calamite comprate non si somigliano mai. Io a Praga ne ho comprato una di legno a forma di orologio, mia sorella una di ceramica raffigurante una casa.
Alcune vengono da posti in cui nessuno di noi è mai stato, ci sono state regalate da amici, parenti, fidanzati; io un po’ mi sento in colpa a tenerle lì con le nostre perché mi sembra di fare una truffa, ché non è vero che siamo stati a Miami o a Sidney.
Le stacco tutte e resto a fissare lo sportello vuoto. E inizio a sentirmi triste. Io il nostro frigo l’ho sempre visto pieno, colorato, e così spoglio non sembra più lui. Mi mette la stessa tristezza della camera d’albergo dopo che hai fatto la valigia l’ultimo giorno: è sempre lei, ma ora che non ha più nulla di tuo non ti appartiene più, sei diventato un ospite.
Vedere il frigorifero vuoto mi fa sentire come se ci stessimo trasferendo e dovessi dire addio a questa casa, e invece lo stiamo solo spostando di pochi metri.  Non è cambiato nulla, nessuno parte e fra qualche giorno tutto tornerà come prima. Allora perché mi sento così? Cos’è questo magone, vai via non hai senso di esistere sei invadente sei melodrammatico.

Ci ho pensato un po’, poi ci ho pensato tanto. Io nel vedere quello sportello ho creduto per un attimo che ci stessimo trasferendo, è stata una simulazione di qualcosa che un giorno succederà davvero: uno ad uno ce ne andremo di casa, finché non vi resterà solo mia madre, e quando lei non ci sarà più chiameremo un’agenzia immobiliare, faremo le foto alle stanze, le caricheremo su un sito e sceglieremo il prezzo di vendita. Verranno famiglie a visitarla e per loro sarà una delle tante, poi qualcuno se ne innamorerà e farà un’offerta. Noi faremo finta di pensarci, proveremo ad alzare il prezzo –senza riuscirci, perché né io né i miei fratelli siamo bravi a contrattare- e raggiungeremo un accordo. Allora compreremo tanti scatoloni e li riempiremo di tutte le nostre cose, a destra quello che vogliamo tenere e a sinistra quello che vogliamo buttare. Svuoteremo gli armadi, ci divideremo i libri, sceglieremo quali piatti vogliamo, e staccheremo tutte le calamite dal frigorifero. E quando lo sportello sarà di nuovo vuoto questa casa non avrà più niente di nostro, non di visibile perlomeno.
Perché  casa è un frigorifero pieno di calamite.

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