Siamo arrivati a New York.
Valeria ci è venuta a prendere in aeroporto e ci ha preparato una buonissima cena ed è stato subito sentirsi a casa.
La nostra casa per questo mese è a Brooklyn, Bed-Stuy, proprio all’incrocio dove Spike Lee ha girato il film “Do the Right Thing”.
In questi primi giorni abbiamo iniziato ad abitare le strade, i quartieri, i blocchi, la metropolitana, la città sotto la città, le luci, gli odori. Il Ritmo. Incontri, camminate, nuove mappe da disegnare e da collegare creando un ponte di relazioni tra Roma e New York, scoprendo chi sono le persone italiane che vivono a NY, che hanno deciso di spostarsi, di restare, di provare a realizzare desideri, di fare casa qui. Ogni parte di questa città sembra come una scatola cinese. Ogni incrocio che attraversiamo apre nuovi mondi, come se all’interno della città stessa abitassero una moltitudine di città.
Improvvisamente negli incroci delle architetture di questa città, negli incroci geografici e umani troviamo la strada per i nostri esercizi sull’abitare. Negli incroci la ricerca trova una possibile forma.
I mondi che si aprono non sono fatti solo di architetture, di strade, di ponti, ma anche di incontri che stiamo facendo in questi giorni. Un germogliare continuo di relazioni, di fili che si intrecciano. Ogni relazione ne fa nascere una nuova e la nostra mappa si ramifica sempre più.
Siamo in ascolto de “la città che non dorme mai”, in ascolto dei luoghi cari alle persone che stiamo incontrando qui e delle persone che abbiamo intervistato a Roma, di tutte le relazioni che stanno nascendo. Sembrano le radici di un albero che ci lega, sotto, sopra, intorno a noi.
“La vita è un insieme di reti incarnate. Facciamo parte della comunità della vita, costituita di relazioni con altri. Non possiamo restare fuori dal canto della vita. Noi siamo fatti di questa musica: è la nostra natura. È necessario imparare ad abitare quelle relazioni che sono la fonte, la sostanza e la bellezza della vita stessa”.
“But New York cares (got to be some more change in my life)” cantano gli Interpol (canzone con cui ci ha augurato buon viaggio un’amica del cuore da Roma) e noi li ascoltiamo con le cuffie gialle di Thea mentre la metropolitana J attraversa il ponte che ci porterà a Manhattan per il nostro prossimo incontro.
Tamara e Michele